Tutto vibra
Per comprendere questo concetto dobbiamo partire dal presupposto che tutto vibra in quanto tutto è energia. Lo ha spiegato Albert Einstein dicendo: “
… quello che abbiamo chiamato “materia” non è altro che energia, la cui vibrazione è stata abbassata in modo da essere percepibile ai sensi, la materia in sè non esiste”. Ogni cosa quindi, visibile o invisibile, viva o morta (apparentemente morta) dalla galassia alla più piccola particella atomica è null’altro che energia. La rivista che stai tenendo in mano ora sta vibrando, la mano che la tiene vibra, gli atomi che compongono la tazzina di thè stanno vibrando, le erbe essicate dentro la tazza vibrano. Emettono suoni.
Suoni che l’orecchio umano non è però in grado di percepire in quanto i nostri cinque sensi sono piuttosto limitati e ci forniscono solo una parte di quella che noi chiamiamo, un po’ presuntuosamente, “realtà”. L’orecchio umano è in grado di percepire le frequenze che vanno dai 20 Hz ai 20.000 Hz. Se riuscissimo a percepire frequenze al di fuori di questo spettro così limitato, saremmo in grado di ascoltare la vibrazione che produce il nostro Pianeta Terra durante la sua rotazione, oppure il suono prodotto dalla vibrazione delle particelle atomiche che formano il nostro corpo. Ma anche i sapori, le immagini, gli odori, e le percezioni tattili, sono delle rielaborazioni cerebrali di frequenze.
Quello che noi percepiamo è una “realtà approssimata”. Una versione semplificata del nostro cervello di ciò che ci circonda.
Frequenze
Le frequenze sono spostamenti delle particelle intorno alla posizione di riposo di un determinato oggetto, chiamato sorgente del suono. Le particelle a loro volta, iniziando ad oscillare, trasmettono il movimento alle altre particelle vicine e queste a loro volta ad altre ancora, provocando una variazione locale della pressione; in questo modo, un semplice movimento vibratorio si propaga meccanicamente originando un’onda sonora.
La legge dell’ottava
E’ infatti con la matematica dell’ “8” che ha a che fare questa accordatura, risultando in perfetta armonia con la “
legge dell’ottava”. Una legge che in passato chi ne conosceva il potere ed il giusto utilizzo era capace di creare opere ancora oggi considerate capolavori di straordinaria bellezza in quanto capaci di entrare in
risonanza simpatetica con le cellule del corpo umano e con le altre leggi che governano l’universo.
Il numero ‘8’ è uno dei numeri più ricorrenti nella natura ed è presente in maniera universale nei suoi molteplici aspetti. Gli esempi che potrei apportare a beneficio di questa tesi sono innumerevoli, non solo in ambito artistico, ma anche architettonico, chimico, biologico, astronomico e religioso. Il numero ‘8’ e i suoi relativi multipli sono stati impiegati nell’architettura egizia, vedica, mussulmana, buddhista, e rinascimentale: templi, chiese, moschee, castelli e palazzi, presentano nella loro architettura ottagonale questo numero sacro. Leonardo Da Vinci utilizzava la matematica dell’otto nella maggiorparte delle sue opere. Esiste una vasta bibliografia della relazione tra le proporzioni dei numeri primi (sezione aurea) e la natura.
Accordando i nostri strumenti musicali alla frequenza del LA a 432 Hz, e ricavando con adeguati calcoli la cosiddetta “Scala Aurea” otterremo un DO a 256 Hz che per effetto di risonanza simpatetica degli armonici della nota produrrà un altro DO esattamente a 8 Hz.
Senza addentrarmi troppo nella dinamica dei rapporti matematici di questo argomento, vi sono alcuni esempi che faranno intuire l’importanza di questa frequenza in relazione a ciò che ci circonda:
8 Hz è la frequenza di replicazione del DNA; è la frequenza con cui
si attiva la ghiandola pineale, o “terzo occhio” o “Ajna”; è la frequenza Alpha che emette il nostro cervello quando
i due emisferi sono in coerenza;
è la frequenza di risonanza (momento vibrazionale 1 / 0,125)
dell’idrogeno, la molecola che assieme all’ossigeno forma l’acqua, l’elemento di cui siamo per la maggior parte fatti.
Per alcuni musicisti e pensatori del passato la musica doveva essere una sublime terapia per ricostruire l’armonia del corpo e dell’anima; secondo Ludwig van Beethoven la musica
“è una sapienza più alta della filosofia e della teologia”.
E’ per questo che è importante fare molta attenzione a cosa ascoltiamo informandoci sugli “ingredienti” che compongono la musica di cui ogni giorno ci “cibiamo”.
Dovremmo forse farci più domande sul perchè storicamente sia stato stabilito il LA a 440 Hz, imponendo di fatto una frequenza che stimola il cervello a sintonizzarsi con quelle che emette quando ci troviamo in stato di veglia, di eccitazione, di vigilanza oppure sotto stress, nella sfera quindi dalla razionalità e dall’azione. La frequenza a 432 Hz porta a sintonizzarci in uno stato più profondo, attivando così capacità cognitive più elevate, come la creatività, l’apertura mentale, l’accoglienza, la sensibilità.
Le testimonianze che personalmente continuo a raccogliere durante questi anni di pratica musicale rigorosamente in 432 Hz sono concordi nell’affermare che questa frequenza arriva dritta al cuore, entrando nel profondo dell’anima. Ha qualcosa in più rispetto allo standard in 440 Hz.
La musica in 432 Hz si presta molto bene ad attività come yoga, meditazione, visualizzazione, introspezione e a quelle che utilizzano “Stati Differenti di Coscienza”. Gli infrasuoni di questa accordatura mettono in moto per risonanza simpatetica le frequenze che dovrebbe emettere il cervello durante queste fasi, facilitandone così il loro raggiungimento.
In questi anni stiamo assistendo ad una crescita nell’informazione riguardante l’utilizzo delle cosiddette “
frequenze benefiche” in ambito di problematiche legate alla salute e sempre più spesso è facile ascoltare nei corsi di yoga e nei centri legati al benessere, musica in 432 Hz, promuovendo così in modo massiccio, quella che potrebbe diventare una vera e propria rivoluzione musicale, finalmente in grado di aiutarci ad
armonizzare anima e corpo, in modo da farli concertare con il Tutto.
L'ascolto di questo tipo di Musica è utile per:
* per umentare la ricettività allo studio
* equilibrare i due emisferi cerebrali
* aumentare l'attenzione
* aumentare l'impegno nelle attività svolte
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